Avete mai pensato se sia normale essere possessivi degli oggetti?
Essere gelosi di ciò che si possiede, provare amore per le cose che ti circondano, volerle conservare, archiviare, mitizzare?
Avete mai stretto qualcosa e sentirla vostra?
Io ho iniziato col mio temperamatite. O forse anche prima. E’ a scuola, all’asilo che inizi a rapportarti con i tuoi oggetti, prima non ne hai la possibilità. Vivi braccato tra le pareti della tua stanza, tra scatole e cesti in vimini stracolmi di giocattoli, di tuoi giocattoli. Quelli di tuo fratello non sono lì, sono appositamente separati.
Poi un giorno ti catapultano nel mondo adulto. Si, è proprio l’asilo l’approccio al mondo adulto. Devi separarti da tua madre, devi pranzare con estranei, devi farti aiutare a lavare le mani da maestre sconosciute, fidandoti di loro, e, soprattutto, devi custodire i tuoi oggetti. Si, gli oggetti, il legame con la tua casa, con la tua intimità. Il fazzoletto di tessuto celeste di tua madre, la sacca porta posate cucita da lei, il tuo zainetto rosa con le fragole.
Cosa succede se sei in aula e inizi a sentirti perso? Cosa accade se ti senti solo, se gli altri ti spaventano o se improvvisamente senti nostalgia della tua casa? Apri lo zaino ed estrai uno di quegli oggetti. Lo guardi, lo stringi, lo afferri con veemenza, lo porti vicino al petto, vicino al cuore.
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