Non credo di poter mai riuscire a capire cosa possa essere l’amore vero.
È lo struggersi per una persona se questa non c’è?
È soffrire per la sua assenza o a causa di una lite?
È cedergli l’ultimo pezzo di torta?
È evitare di fare cose che potrebbero destabilizzare il rapporto? Tipo dire cose insensate, vendicarsi o addirittura tradire?
Se è così non proverò mai cosa è l’amore. Potrò solo sapere cosa significa essere innamorata.
Quello lo so bene.
Mi conosco quando sono innamorata. Sono felice, ascolto canzoni pop stupide, guardo la persona e sorrido o guardo le vetrine e ogni oggetto vorrebbe essere un regalo per lui.
Molte volte ho nascosto di essere innamorata. Ma dicono che i miei occhi non sanno mentire.
E loro, alla fine, se ne son accorti. E son scappati.
L’innamoramento però, essendo solo una fase, ha una durata breve. Gli sussegue l’amore, la stabilità del sentimento, l’equilibrio, la pace dei sensi, la felicità perenne, la sicurezza, qualsiasi sia la forma che esso assume per me l’amore è solo una fase di stasi mortale.
È per questo che ho cercato molte volte di stravolgere tutto, di rovinare tutto e di rivivere le sensazioni dell’innamoramento, quando aspetti un suo messaggio, quando provi a chiamare e il cellulare spento ti fa impazzire, quando una sua parola ti cambia la giornata.
Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che questo stadio io lo raggiungo solo soffrendo.
Se soffro so che sono innamorata. Se la situazione è complicata, invivibile, se non merita di essere vissuta io mi ostino, soffro e amo.
Forse è per questo che odio sentire le coppie che parlano al telefono, chiamandosi coi nomignoli e emettendo gridolini di gioia. Forse è per questo che la vista di un cuore mi da il voltastomaco.
Eppure, in fondo, so che è soltanto un’arma. Disprezzo perché non posso avere. Disprezzo perché ammiro.
Ammiro chi convive con la lontananza, chi è capace di esternare ciò che prova, chi sa dire “ti amo”, chi lo dice pensandolo.
Invidio chi non vede l’ora di trascorrere una giornata con lui senza chiedersi dove andare e cosa fare, chi fa progetti senza sentirsi braccato.
Dicono che l’amore è cedere la parte migliore di pollo a tuo marito. Io non potrò mai amare. Non cederò mai il cibo a nessuno. Non mi priverò di qualcosa per qualcuno, non sarò meno egoista per qualcuno. E’ una triste condanna la mia. Aspirare a qualcosa di buono, ma non raggiungerlo, anzi scegliere di non raggiungerlo.
È per questo che scelgo per me solo persone sbagliate. Lo faccio per non sentirmi cattiva. La bontà mi spiazza. Non so come reagire, come rapportarmi. Mi succede fin da piccola. Papà mi comprava l’inserto speciale dei Backstreet boys e io non sapevo dire grazie. Lo prendevo, mi chiudevo in camera e soltanto alla domanda “hai visto poi cosa ho ti ho preso?” rispondevo “si, è in camera mia”.
Come potrei scegliere per me una persona che mi renda felice? Non saprei cosa dirgli. Non posso di certo dire “si, lo so”.
È come quando ho risposto “grazie” ad una dichiarazione. Lui mi dice “ti amo” e io lo ringrazio. Tutto normale.
In realtà a volte penso che continuerò a rispondere sempre “grazie” o a mentire.
Non sapendo se son in grado di provare lo stesso sentimento, non mi resta altra scelta.
“Mi ami?”, mi chiedono. Ed io nel frattempo penso a come sviare la riposta per non dire la verità, per non dire che non potrò mai essere buona, che in me del buono non c’è. E chissà chi mai lo avrà visto o cosa ha visto.
Allora ho imparato a rispondere con un “dipende”. Insomma è vago: dipende dai tuoi atteggiamenti, dalla mia stabilità momentanea, dipende da quanto dura, da dove sono, da dove sarò.
È più comodo soffrire. Nessuno ti chiede niente, non ti senti giudicato, anzi, sei tu a giudicare il tuo carnefice. Lui non fa niente per me e io soffro. Lui si vendica quando litighiamo e io piango. Lui ha un’altra e io sto male e mi sento impotente.
Non sono io a dovermi sentire in colpa se non rispondo al telefono, se non ho voglia di vedere qualcuno, se non rispetto o se rispondo sgarbatamente.
L’amore è economia. Ma non è un dare e avere, no. E’ solo una ricerca del profitto per sé.
E cosa resta ora? Cosa resta ad una che non nega e non nasconde di non poter provare qualcosa di sincero in modo stabile e non nocivo? Posso solo aspettare di vivere una situazione in cui possa sentirmi viva … facendomi del male.
Perché dovrei farlo a te? Dovresti essermene grato, no?
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